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INCONTRI
QUARESIMALI (28 febbraio e 7 marzo 2005)
10/03/2005
Lunedì 28 febbraio
e 7 marzo ci sono stati presso l'oratorio di Gordona 2 incontri quaresimali.
Il tema del primo incontro era; la malattia e l'handicap: problema
o risorsa? con la visione del film "l'ottavo giorno".
Mentre il secondo incontro aveva come tema: voler aiutare: pio desiderio
o realtà?
All'incontro del 7 marzo sono
intervenuto anch'io con il seguente scritto:
Sono Stefano
Vorrei in poche parole esprimere -forse non tutte- le mie idee.
Come tutti sapranno la mia disabilità prende anche la parola, ma
non il pensiero, cosi ho deciso di scrivere le mie idee e chiedere a don
Enea di darmi la sua voce.
Ogni tanto penso che sono fortunato, perché è vero, sono
disabile ma la mia disabilità ha toccato solo (solo per modo di
dire) le gambe, mani e parola e non la testa: penso, amo, odio, faccio
tutti i pensieri che fa una persona normale, mi arrabbio quando qualcuno
mi tratta come se non fossi capace di pensare con la mia testa, è
vero non riesco a correre, mangiare (ultimamente devo essere imboccato),
a esprimermi come gli altri ma ho una testa.
A volte penso che sarebbe forse meglio essere disabile di testa e non
capire niente. Non capire cosa si prova quando ti piace una persona e
capisci che lei non è interessata a te solo perché sei disabile
e non puoi farci niente. Hanno un bel dire gli altri: “hai i genitori
e gli amici”, oppure, “si sta bene anche da soli”, la
maggior parte delle persone che dice queste cose però si è
fatto una famiglia nonostante i genitori e gli amici, o sta da solo per
scelta.
Oppure quando la gente dice: “cosa vuoi che capisca quello li, che
non è neanche capace di parlare bene e camminare” e vuole
farti dire quello che non pensi.
Sarò buono, non parlerò tanto, ma non sono stupido; la bandierina
non la faccio, e questo alcune persone lo hanno capito, molte lo capiranno
col tempo e altre purtroppo non lo capiranno mai. Credo che se fossi stupido
non sarei in grado di portare avanti certi progetti: un esempio è
il sito internet del comune di Gordona, che stiamo portando avanti io
e un altro ragazzo disabile con l’apporto di un volontario.
Vorrei fare un’osservazione a proposito della frase del film che
abbiamo visto lunedì: “Se tocchi un albero diventi albero”
. Io mi sento un po’ albero e devo dire che forse per questo ho
meno difficoltà ad abbracciare altri alberi. Mi ritengo altresì
fortunato perché altre persone hanno toccato questo albero rendendolo
meno solo. Che bel sogno se si potesse formare una foresta! Ma rimaniamo
con i piedi per terra.
Concludo dicendo “in questi giorni nel nostro paese come molti di
voi sapranno è successo un fatto di vandalismo. Indistintamente
da chi è stato a compierlo vorrei dire che preferisco essere un
disabile come lo sono io, piuttosto che andicappato come ritengo siano
le persone che compiono questi atti.
Ringrazio tutti per avermi ascoltato.
Stefano
Credo di aver stupito la
maggior parte della gente presente con questo mio scritto. Io non ho mai
parlato (tranne che con i miei e alcuni amici) di me e di cosa penso.
Avevo solo un timore che dopo
la lettura di questa testimomnianza i presenti mi lodassero ringrazziandomi
e dicendo ogni cosa pur di farmi piacere, dimenticando che esistono molte
altre persone (non presenti) che hanno bisogno, forse più di me,
di essere toccate o meglio abbracciate.
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